PARASSITOSI TRASMISSIBILI ALL’UOMO


Antropozonosi = malattia degli animali trasmissibile all’uomo.
Definizione che implica non soltanto un valore di tipo medico ma soprattutto di tipo culturale e di coinvolgimento emozionale.
Il passaggio di alcune malattie fra uomo e animali domestici è esistente e sta a noi cercare di ridurre al minimo qualsiasi rischio per avere solo il meglio dal nostro rapporto.

I parassiti intestinali sono una fonte di contagio da non sottovalutare e da prevenire il più possibile.
Distinguerei subito due differenti fonti.
La prima gli elminti i cosi detti vermi.
La seconda i protozoi organismi che penetrano le cellule.
Tra i nematodi (vermi) che più frequentemente infestano il cane e il gatto, soprattutto in giovane età, dobbiamo menzionare Toxocara canis e Toxocara cati, gli ASCARIDI.
Per la modalità di trasmissione fra madre e cuccioli (intrauterina e galattogena) sono riscontrabili in tutti i soggetti giovani, possono essere presenti in tutte le fasce di età con una diminuzione dei segni clinici.
Le uova fornite di guscio spesso permangono nell’ambiente anche per anni.
Nella specie umana è diffusa e non è correlata alla convivenza con i nostri amici pelosi ma alla frequentazione di ambienti (parchi, giardini) altamente contaminati.
A livello europeo si stima dal 3/8 % di individui che nella loro vita hanno avuto un contatto con i toxocara e che quindi abbiano sviluppato gli anticorpi specifici.
Il contagio si ha tramite l’ingestione di uova embrionate presenti nel terreno che possono contaminare mani o alimenti (vegetali, frutti o acqua).
I bambini sono i soggetti più a rischio.
Le uova ingerite si schiudono nell’intestino liberando le larve che penetrano la parete intestinale e si diffondono nel circolo sanguigno andando a contaminare i tessuti del corpo, soprattutto fegato e polmoni.
Le larve possono permanere vive per molti mesi determinando fenomeni di infiammazione cronica legati al loro transito nelle diverse parti dell’organismo.
Da questo si desume come i segni clinici e i sintomi siano estremamente variabili associati alla zona dell’organismo che viene ad essere colpita.
Tipicamente dobbiamo distinguere due forme che si manifestano alcune settimane dopo l’ingestione delle larve.
Larva migrans viscerale e Larva migrans oculare.
La prima si riscontra principalmente in bambini fra 0 e 5 anni, il percorso che fa il verme produce dei noduli nei diversi organi e ad un esame istologico non sempre in essi è possibile ritrovare i vermi stessi.
I segni clinici possono essere i più differenti con coliche, problemi al fegato, allergie e talvolta addirittura fenomeni epilettici.
La seconda è specifica dell’occhio e riguarda solitamente bambini fra i 5 e i 10 anni.
Le larve vanno a colonizzare i vasi retinici determinando disturbi oculari e retiniti con formazione di noduli.
Entrambe le forme possono essere diagnosticate con esami sierologici specifici.
Mentre queste forme di toxocariasi sono diffuse in tutta Italia, l’Echinoccosi invece è più specifica delle isole.
Il ciclo biologico dell’echinococco vede il cane come ospite definitivo che si infesta ingerendo carni e visceri poco cotti dei ruminanti.
L’uomo viene contagiato dall’ingestione di uova provenienti dal terreno depositate con le feci del cane.
La sintomatologia umana è rappresentata da cisti anche di notevoli dimensioni presenti a livello epatico.
All’interno dei passaporti europei per gli animali domestici viene specificatamente richiesto l’ultimo ciclo di sverminazione rivolto all’echinococcosi.
Nell’ambito delle zoonosi non va (protozoi) dove la fonte di contagio principale è rappresentata dalle carni crude e poco cotte, dalle verdure anch’esse crude dove possono essere state depositate le oocisti.
Il gatto in questo caso è il vettore.
La fonte del contagio è sempre rappresentata dalle feci, l’animale può espellere le oocisti dei toxoplasmi solo nella settimana seguente l’infestazione.
La sintomatologia umana può essere molto grave soprattutto nello sviluppo dei feti.
Il problema principale di queste zoonosi è legato al fatto che sia il cane che il gatto possono esere infestati e, soprattutto l’individuo adulto, non avere alcuna sintomatologia evidente.
La sverminazione degli animali domestici solitamente è intensa durante i primi mesi di vita ma in seguito viene subordinata alla eventuale sintomatologia clinica dei nostri beniamini.
La cattiva educazione poi fa il resto.
La frequente abitudine a non raccogliere le deiezioni dei nostri amici non fa che aggravare questa situazione e favorire l’espandersi delle malattie.
Per questi motivi è sempre consigliabile eseguire durante l’anno più esami delle feci per la ricerca delle parassitosi.
Il rischio di contagio è proporzionale alla frequentazione di altri animali.
Le aree di sgambamento non vanno assolutamente interpretate come le aree dove il mio cane può sporcare in libertà senza che io mi preoccupi di raccogliere le deiezioni, altrimenti si favorisce ulteriormente la diffusione delle parassitosi.
Il prevenire è fondamentale.